La storia del cotone e la sua introduzione in Europa


Ricercando l’origine del Barometz non abbiamo potuto non considerare le antiche espressioni di vecchi scrittori riguardo tale storia. La relazione botanica dell’argomento e della sua distribuzione nelle varie nazioni potrebbe formare un adatto seguito alla storia del cotone e della sua distribuzione in Europa. Ok iniziamo! Partiamo dal fatto concreto che esistevano all’epoca tre tipi di cotone in natura a crescita spontanea: il primo chiamato Gossypium Herbaceum alto da 40 a 50 cm, il secondo cespuglio del cotone, il terzo Gossypium Arboreum o albero del cotone alto da 3,5 a 6 metri. Tutti e tre crescevano su terreni sabbiosi troppo poveri per produrre ogni altra coltura. Tutti e tre crescevano e fiorivano sulle colline rocciose dell’Hindostan in India, in Cina e sulle coste ovest dell’Africa. Quello che non possiamo dire con certezza è il tipo di pianta che i viaggiatori dell’epoca potevano riferire.

Quando guardiamo alla storia del cotone, dobbiamo per forza cominciare affidandoci alle supposizioni. Nelle sue “Disquisizioni storiche dell’India britannica” il Dott. Robertson ben sottolinea il fatto che: “...appena tentiamo di rintracciare la storia degli uomini in tempi molto remoti e cerchiamo di chiarirne i passaggi, rimaniamo subito mortificati riscontrando che il periodo della storia autentica è veramente limitato e se spostiamo lo sguardo, a prima della storia scritta allora entriamo in una regione di congetture, di fiabe e d’incerto...” Il cotone è sempre stato considerato tipico dell’India, anche per gli abiti usati in quei luoghi, un po’ come succede nel caso del lino per l’Egitto, della seta per la Cina e della lana di capra e pecora per il nord dell’Asia. Non si può collocare con certezza la prima filatura e tessitura del cotone in India, soprattutto per l’incerta cronologia della civiltà Hindu, anche se difficilmente questo era già usato fin dai primi anni della civiltà stessa (la “civiltà della valle dell’Indo” fiorisce tra il 2600 e il 1900 a.C.)

I primi riferimenti certi al cotone ci arrivano dal Dottor J.Forbes Royle (1799/1802 botanico e sovraintendente del giardino botanico delle compagnie delle Indie orientali in Himalaya a Saharanpur). Nel suo libro “Sulla cultura e commercio del cotone in India e altrove“ accenna agli “Istituti sacri di Manu” datati 800 a.C. dove si parla di cotone come già di uso comune all’epoca.

Ai vestiti di cotone ci si riferiva coi nomi di Kurpasa” e “ Karpasum” ed ai semi di cotone con il termine “Kurpas-asthi”. Il nome comune bengalese “Kurpas”, che indica il cotone con i semi, è tuttora utilizzato in India. Queste sono le prime prove documentarie scritte dell’esistenza e dell’uso del cotone, anche se gli studiosi indicano la manifattura del cotone in India molto prima del tempo di Erodoto e quindi almeno 1500 anni antecedenti. Come abbiamo detto nelle Newsletters precedenti le prime tracce dell’uso di manufatti di cotone sono state trovate in India ben prima dell’arrivo di Alessandro Magno. Ben presto le manifatture del cotone in India raggiungono col commercio la Persia.

Dalla parola “Karpas” citata nel libro di Esther (capitolo 1 verso 6), nella descrizione delle decorazioni del palazzo di Shushan durante le festività che il re Ahasuerus diede nel 519 ac si riporta di “arazzi bianchi, verdi e blu“. La parola corrispondente al verde in ebraico è “Karpas” e “Carbasinus” è vestito di cotone. Così gli arazzi del palazzo erano di cotone bianco e blu, come Bishop Heber descriveva l’entrata dell’ auditorio dell’imperatore di Delhi che aveva arazzi a strisce disposti a festoni. Materassi a strisce colorate ornamentali riempiti di cotone greggio erano usati in India come sostituti di porte e finestre per mantenere fuori il calore ed erano conosciuti come “purdhas”.

 

Aristobulus riportò che in Susiana (area del golfo persico tra Iran, Iraq e Kuwait)” ..l’atmosfera era così incandescente che i serpenti non riuscivano ad attraversare la strada perché morivano bruciati dal caldo ..” e che gli abitanti ponevano i purdhas e terra sui muri per tre piedi e mezzo per escludere il calore soffocante. Nella prossima newsletter avremo altre notizie sull'uso del cotone in quelle aeree. Dopo la prematura morte di Alessandro Magno (324ac) i suoi generali proseguirono la sua politica di conquista e di commercio. Uno di questi ,Ptolemy Soter ,prese possesso dell’Egitto e per garantire a questo luogo un futuro prospero ,eresse il faro di Alessandria ,la biblioteca e il museo. Il figlio ,Ptolemy Philadelphus,completò i lavori del padre ed iniziò gli scavi del canale di Suez per garantire il commercio con l’India .Purtroppo tali lavori non furono completati e per proteggere il commercio a nord del mar Rosso costruì una città che chiamò Berenice .Questa città divenne ben presto il punto di scambio tra l’India e l’Egitto .Grazie quindi alla politica di Alessandro Magno vennero portati a conoscenza delle nazioni europee calicot (cotone grezzo, mussola, tessuto) e altri materiali per vestiti. Tutto ciò veniva trasportato da cammelli attraverso il deserto di Coptos, una distanza di 320 miglia inglesi e sul Nilo verso Alessandria. Da Alessandria verso tutta l’Europa.

Riprenderemo, ora, lo studio del cotone indiano fermandoci all’“era scura “per parlare di quello egiziano. È sorprendente, vista la vicinanza dell’Egitto all’India, come il cotone, così intensamente utilizzato dagli indiani, sia rimasto così a lungo sconosciuto e non apprezzato da coloro che in esso avrebbero poi trovato un materiale più economico e più comodo di quanto fosse il lino. Certamente l’uso del cotone prevalse in Egitto fino all’era cristiana sebbene il tessuto di cotone importato a Berenice fu presto affiancato da tessuti di lino.

Nel libro di storia naturale di Plinio il vecchio (libro XIX, capitolo1) è citata la pianta del cotone coltivata nell’alto Egitto (77dc). Non è chiaro se la finalità di questo tipo di coltura fosse la successiva fase di filatura e quindi di tessitura o l’utilizzo come semplice pianta ornamentale. Prospero Alpini, fisico e botanico padovano era convinto della seconda ipotesi poiché gli egiziani importavano cotone di tipo ”erbaceo“ Gossypium herbaceum) per uso tessile, mentre quello da loro coltivato era il tipo ”albero” (Gossypium Arboreum) utilizzato per motivi ornamentali in giardini privati.

Rimanendo in Egitto, uno studio del NERC (Natural Environment Research Council), pubblicato sul Giornale di Biologia Molecolare ed Evoluzione, cita che alcuni scienziati, tra cui il famoso prof. Robin Allaby, hanno studiato cotoni risalenti a 1600 anni fa, provenienti dalle sponde del Nilo ed hanno trovato ciò che hanno definito una prova evidente dell’ evoluzione di un antico cotone. Questi ritrovamenti sono i primi relativi a questo genere di evoluzione avvenuta in una grande famiglia di cotoni. Inoltre, questi ritrovamenti offrono la comprensione di come l ’evoluzione del cotone funzioni come parte integrante dell’agricoltura in generale e permettano agli scienziati e ai ricercatori di attrezzare e sviluppare al meglio i cotoni odierni in modo che possano essere pronti ad affrontare i grandi cambiamenti ambientali e climatici come la mancanza di riserve d’acqua.

Sempre il prof Robin Allaby ha dichiarato che i risultati della ricerca sul cotone proveniente dall’Egitto indicano che c’è stato il potenziale per un’evoluzione verso una migliore adattabilità nelle specie addomesticate più di quanto non si fosse verificato fino ad oggi. Piante indigene cresciute proprio nella loro particolare zona d’origine svilupperanno geni che permetteranno loro di tollerare meglio lo stress che possono incontrare nell’ambiente in cui crescono.

La prima conoscenza del cotone in Egitto potrebbe essere datata all’incirca verso il 550 AC. Il lino era la principale materia con la quale gli egiziani fabbricavano i vestiti, ma il cotone, già conosciuto in India, cominciava ad essere conosciuto ed apprezzato. La circostanza menzionata da Erodoto, racconta che il re egizio Amasis, mandò come regalo a Sparta un corsetto imbottito di cotone con ornamenti di filo d’oro e dedicandone uno simile a Minerva nel suo tempio, mostra che il cotone in quel periodo era una novità e una rarità.